Raffaele Marsicano

Raffaele Marsicano si diploma in Trombone presso il conservatorio G.Martucci di Salerno e in seguito in Strumentazione per Banda e Composizione col massimo dei voti e Lode presso il Conservatorio G. Verdi di Milano.

La sua duplice natura di trombonista e compositore lo ha portato negli anni a creare un progetto dove il suo essere performer, didatta e compositore coesistono simultaneamente su più livelli.
Il progetto è stato approfondito in collaborazione con il Conservatorio di Milano, Firenze e l’Orpheus Institute di Ghand e, considerata la molteplicità della sua ricerca è stato selezionato a presentare il suo lavoro in molte conferenze internazionali.
Tra le più rilevanti abbiamo ‘EPARM’ 2018 in Porto (Play! A Common Ground for Artistic
Research and Teaching the Arts), ‘HARP’ 2018 presso il RNCM Manchester, (International Conference on Artistic Research in Performance) dove è stato anche ospite per due settimane come stagista e ‘INCONTRI DI RICERCA’ presso il Conservatorio di Milano”.
Il suo progetto di ricerca parte da un approccio didattico finalizzato alla consapevolezza dell’atto del suonare sia singolarmente che in gruppo. Ogni modalità del suonare viene considerata nella propria caratteristica specifica così che non può esistere un modo giusto o sbagliato di suonare ma soltanto un modo ‘diverso’. In questa ottica l’errore non esiste più. I suoni e le modalità meno usali vengono analizzate e classificate e, attraverso questo processo, le descrizioni analitiche di questi suoni o gruppi di suoni vanno a formare i presupposti di base per la creazione di nuove composizioni.

Come trombonista ha collaborato con vari ensemble tra cui MDI Ensemble, Divertimento Ensemble ed M2C del Conservatorio di Milano e si è esibito da solista in festival di contemporanea quali l’Emufest di Roma e Milano Musica.

Come compositore ha seguito numerose masterclass con compositori quali Mauro Lanza, Cristian Morales, Marco Stroppa, Pierluigi Billone, Yan Maresq, Philippe Leroux, Lopez Lopez, Fabien Lévy e le sue composizioni sono state eseguiti a livelli internazionale in festival e teatri come il Nazionale di Milano, sala Verdi e sala Puccini del conservatorio di Milano, Teatro Pirandello di Agrigento, sala Onu del Massimo di Palermo, conservatorio di Petrozavodsk (Russia), Festival Cinque giornate di Milano, International Trombone Festival di Parigi (2012), festival di Milano Musica.
Ha seguito i corsi estivi di Darmstadt sia come compositore (2016) che come trombonista (2018) avendo così la possibilità di confrontarsi con musicisti e compositori quali Mike Svoboda, Marco Blaauw, Georges Aperghis e Brian Ferneyhough.

Le sue composizioni spaziano tra vari generi dalla musica per banda, dove si contano premiazioni in vari concorsi, alla contemporanea dove il suo interesse è mirato alla sperimentazione di nuove sonorità degli ottoni applicata alla composizione, nonché alla creazione di rappresentazioni teatrali in cui l’aspetto drammaturgico diventa esso stesso composizione musicale.
Insieme al percussionista-scrittore Matteo Savio ha fondato il collettivo VeGo, gruppo in cui la sperimentazione tra testo e musica originali è essa stessa la composizione.

Da dicembre 2020 e per l’intera durata dell’anno didattico, tiene un seminario sulle ‘tecniche estese degli ottoni e analisi del repertorio contemporaneo’ presso il Conservatorio G.Verdi di Milano. Inoltre il 4 febbraio 2021 è stato ospite presso il Cnsmdp di Parigi dove ha tenuto un seminario sulle tecniche estese del trombone rivolto alle classi di composizione.

Attualmente si sta dedicando esclusivamente al suo progetto personale e alle sue ricerche, le quali creano una figura piuttosto particolare di compositore-performer-didatta.


giovedì 23 settembre 2021

Dialogo con Markus Ophaelders

Silvia Giliberto, pianoforte, Matteo Savio, percussioni.

I testi poetici sono letti da Silvia D’Anastasio

Prima esecuzione assoluta di ‘anemos’ di Raffaele Marsicano.

Musiche di:
Georges Aperghis, (1945) da “Quatre pieces fébriles” n° 1
e 3 [marimba/piano]

Johann Sebastian Bach, (1685-1750) dall’ “Arte della fuga” [marimba/piano]:
-Contrapunctus I
-Contrapunctus XII Canon alla ottava
-Contrapunctus XIII Canon alla duodecima in contrappunto alla quinta
-Contrapunctus XIV Canon alla decima
-Contrapunctus XV Canon per augmentationem in contrario motu
Iannis Xenakis, (1922-2001) “Rebonds b” [percussione sola]

Iannis Xenakis, “Six chansons” [piano solo]
Giannis Papakrasas, “Duo for piano and percussion”

Markus Ophaelders, filosofo e saggista, focalizzerà le sue riflessioni sull’ambivalenza culturale dell’incontro tra pianoforte e marimba, espressione musicale del fatto che cultura significa sempre incontro tra il proprio e l’estraneo. Il senso d’appartenenza, l’identità è possibile solo se si è disposti a rinunciare, a perdere.
Guardare al futuro, dunque, significa guardare all’altro senza però dimenticare il passato, il proprio e quello degli altri. La trascrizione dell’arte della fuga di Bach invita all’esplorazione di registri identitari mutevoli capaci di includere l’alterità e di riconoscere il sé nell’altro che, in questo caso si presume, fu mio.