Matteo Savio

Nato nel 1996; inizia nel 2010 gli studi presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano con Andrea Pestalozza, indirizzandosi fin da subito al repertorio contemporaneo per percussioni.

L’incontro con A. Pestalozza segna in modo determinante il suo approccio interpretativo. Nel 2013 studia con Andrea Dulbecco avvicinandosi all’improvvisazione e al jazz.

Ha vinto diversi premi all’interno del Conservatorio, tra cui, nel 2018, il primo premio nella categoria strumenti a tastiera e percussioni.
Nel 2018 viene selezionato per il concorso Erasmus e accede al prestigioso Conservatoire National Supérieur de Musique et Danse de Paris perfezionandosi sotto la guida di musicisti quali Gilles Durot, Florent Jodelet e Jens McManama.

Nel 2018 fonda insieme a Raffaele Marsicano il collettivo VeGo con lo scopo di creare una nuova fusione tra testi originali e musica in un processo creativo che collega percussionista/poeta e compositore/trombonista in maniera radicale.

Ha eseguito diverse prime assolute collaborando spesso con giovani compositori.

Nel 2019 ottiene il titolo di laurea triennale con la votazione di 110 e lode con menzione assegnata per meriti artistici presso il Conservatorio G. Verdi di Milano.

Durante il suo percorso di studi ha lavorato con importanti compositori contemporanei, tra cui Stefano Gervasoni, Mario Garuti, Ivan Fedele, Alessandro Solbiati, Frédéric Durieux, Michael Jarrell, Toshio Hosokawa, Claudio Ambrosini e Marco Momi.

Ha collaborato con diverse formazioni musicali, come Zaum percussion, Divertimento Ensemble, Sentieri Selvaggi, mdi ensemble, La FIL, La Verdi, Milano Classica, Orchestra Cantelli, Giovine Orchestra Genovese e con festival quali il Ravenna Festival, festival di Baveno, festival Traiettorie, la Società del Quartetto e Milano Musica.

Attualmente frequenta con il M° Andrea Dulbecco il biennio di Tastiere Contemporanee al Conservatorio di Milano.


giovedì 23 settembre 2021

Dialogo con Markus Ophaelders

Silvia Giliberto, pianoforte, Matteo Savio, percussioni.

I testi poetici sono letti da Silvia D’Anastasio

Prima esecuzione assoluta di ‘anemos’ di Raffaele Marsicano.

Musiche di:
Georges Aperghis, (1945) da “Quatre pieces fébriles” n° 1
e 3 [marimba/piano]

Johann Sebastian Bach, (1685-1750) dall’ “Arte della fuga” [marimba/piano]:
-Contrapunctus I
-Contrapunctus XII Canon alla ottava
-Contrapunctus XIII Canon alla duodecima in contrappunto alla quinta
-Contrapunctus XIV Canon alla decima
-Contrapunctus XV Canon per augmentationem in contrario motu
Iannis Xenakis, (1922-2001) “Rebonds b” [percussione sola]

Iannis Xenakis, “Six chansons” [piano solo]
Giannis Papakrasas, “Duo for piano and percussion”

Markus Ophaelders, filosofo e saggista, focalizzerà le sue riflessioni sull’ambivalenza culturale dell’incontro tra pianoforte e marimba, espressione musicale del fatto che cultura significa sempre incontro tra il proprio e l’estraneo. Il senso d’appartenenza, l’identità è possibile solo se si è disposti a rinunciare, a perdere.
Guardare al futuro, dunque, significa guardare all’altro senza però dimenticare il passato, il proprio e quello degli altri. La trascrizione dell’arte della fuga di Bach invita all’esplorazione di registri identitari mutevoli capaci di includere l’alterità e di riconoscere il sé nell’altro che, in questo caso si presume, fu mio.