Nicola Ciammarughi

Nicola Bibi Ciammarughi nato a Milano l’1 marzo 1976.
Primi incontri e studi: letture sceniche e spettacoli tra i 16 e i 19 anni con Sioli del Teatro di Porta Romana, al Liceo Giuseppe Parini con la presenza e la collaborazine del poeta Andrea Zanzotto, presso il Piccolo Teatro di Milano (letture sceniche e uditore negli ultimi interventi di Giorgio Strehler), Teatro San Carlo, Festival di Pirandello ad Agrigento; biennio alla scuola di Raul Manso; percorso da autodidatta.

Lavora, collabora e studia con Tatiana Olear, Ran Yman, Corte Sconta, Rena Mirecka, interprete- lettore per il Cric e La Tenda, Teatro Mali di San Pietroburgo, Teatro Trebbo, Toni Comello, Luisa Porrino, Teatro Asteria [Amleto di Shakespeare nella parte di Amleto (di Orazio, della madre e del capocomico)], Art&Gallery, Teatro Khan di Gerusalemme, Juan Diego Puerta Lopez (Piccolo Teatro di Milano, Teatro Grassi), Teatro OutOff, Andrej Feraru [produzione Outis presso il PAC di Milano], Dalango Spotlight-Verlag [sceneggiatore fiction aziendali], CinemaTeatroLux di Pisa, Ugo Chiti, Diego Abbatantuono, orchestra giovanile del conservatorio di Milano, sala Puccini, Anatolij Vasil’ev, Tuscan Sun Festival (Greta Scacchi, Michael Guttman, Frank Braley, Werner Van Mechelen, Enrico Fagone), Grotowsky Institute di Wroclaw, Teatro Russell/Newton di Scandicci, Firenze, Massimo Bavastro, Fondazione Giorgio Cini, Carlo Pasquini, University of Edinburg – Literatures, Languages & Cultures, Sala CUTU, Théâtre Nouvelle Génération Atélier, Casa degli Artisti (Milano), Teatri Possibili.


giovedì 23 settembre, ore 19

‘percussioni e ripercussioni: dalla musica alla psiche’

dialogo con Markus Ophaelders

Silvia Giliberto, pianoforte, Matteo Savio, percussioni

Markus Ophaelders, filosofo e saggista, focalizzerà le sue riflessioni sull’ambivalenza culturale dell’incontro tra pianoforte e marimba, espressione musicale del fatto che cultura significa sempre incontro tra il proprio e l’estraneo. Il senso d’appartenenza, l’identità è possibile solo se si è disposti a rinunciare, a perdere. Guardare al futuro, dunque, significa guardare all’altro senza però dimenticare il passato, il proprio e quello degli altri. La trascrizione dell’arte della fuga di Bach invita all’esplorazione di registri identitari mutevoli capaci di includere l’alterità e di riconoscere il sé nell’altro che, in questo caso si presume, fu mio.

Musiche di:

Georges Aperghis, (1945) da “Quatre pieces fébriles” n° 1

e 3 [marimba/piano] (13 min)

Johann Sebastian Bach, (1685-1750) dall’ “Arte della fuga” [marimba/piano]:

-Contrapunctus I

-Contrapunctus XII Canon alla ottava

-Contrapunctus XIII Canon alla duodecima in contrappunto alla quinta

-Contrapunctus XIV Canon alla decima

-Contrapunctus XV Canon per augmentationem in contrario motu (18 min.)

Iannis Xenakis, (1922-2001) “Rebonds b” [percussione sola] (6 min.)

Iannis Xenakis, “Six chansons” [piano solo] (8 min)

Giannis Papakrasas, “Duo for piano and percussion” (4,30 min)